Perdere per imparare a vincere
È assai difficile che un bambino impari in famiglia a saper perdere.
Lo sport potrebbe essere una buona occasione per lui per conoscere da vicino quest’arte proibita e farne esperienza ma quando penso a quei genitori che si prendono a insulti e cazzotti sugli spalti mentre i figli giocano, la mia speranza si prostra di fronte a tale abominio e fa serenamente harakiri. Se mai decidessi di fare l’allenatore vorrei allenare una squadra di orfani.
Concordo pienamente con Pier Paolo Pasolini quando dice che sarebbe opportuno crescere i giovani educandoli al valore della sconfitta, aiutarli ad utilizzare il fallimento per crescere interiormente e dare vita ad un nuovo modello di umanità, a comprendere che tutti abbiamo una strada da percorrere dove poter fallire e rialzarci senza perdere il nostro valore e la nostra dignità.
Sarebbe importante insegnare loro a non sgambettare o calpestare il prossimo per arrivare primi. Fargli capire che la personalità di coloro che bramano il potere e provano piacere nel fare bella figura a spese degli altri è nevrotica poiché quello in cui credono ruba al prossimo il presente e l’avvenire.
Pasolini diceva che è preferibile perdere e vivere con quel poco che siamo, che è tanto perché fatto di dignità e coscienza.
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